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Scuola Elementare "Giovanni XXIII"

Alla scoperta dei meccanismi
Questa unità didattica è rivolta ad alunni delle classi seconde e, nell’anno scolastico successivo, agli stessi alunni nella classe terza. La metodologia adottata comprende l’utilizzo di uno sfondo integratore di tipo fantastico, comune alla programmazione generale dell’intero anno scolastico. Il personaggio che interpreta lo sfondo è costituto dalla “Strega Pasticcia” che, disegnata dalle maestre, è rimasta intrappolata in alcuni giocattoli e chiede di essere liberata.
Il percorso didattico prevede di seguito:
• l’osservazione dei giocattoli portati a scuola dai bambini,
• lo smontaggio di alcuni di questi,
• il rimontaggio degli stessi,
• l’osservazione delle parti, del funzionamento e del metodo adottato per smontare e rimontare gli oggetti,
• l’ideazione di oggetti che adottano lo stesso meccanismo di funzionamento ma che hanno un utilizzo inventato liberamente dagli alunni.
La conduzione del lavoro è per piccolo gruppo cooperativo , con costruzione collettiva delle ipotesi e degli elementi a sostegno della loro verifica.
I caratteri rilevanti del percorso riguardano la metodologia didattica adottata che, oltre allo sfondo integratore, utilizza l’attenzione alle precognizionii autonome, il confronto con le conoscenze acquisite e la ridefinizione di una corretta, seppure adeguata all’età, mappa concettuale.
Il percorso introduce inoltre esperienze di manualità fine, l’utilizzo di strumenti di comunicazione orale, scritta e grafica, la riflessione guidata sulla costruzione di un percorso logico di azioni conseguenti e finalizzate al risultato, l’avvicinamento a concetti scientifici attraverso la definizione di senso di alcune semplici parole chiave: molla, vite, ingranaggio, meccanismo, l’introduzione di obiettivi di invenzione ed elaborazione autonoma.
I docenti coinvolti riferiscono di risultati molto soddisfacenti anche con bambini solitamente in difficoltà.
Un altro aspetto di soddisfazione riguarda la constatazione di avere ricevuto uno stimolo ad affrontare tematiche solitamente sottovalutate nella programmazione. Le maestre coinvolte hanno valorizzato materiali di convegni e corsi di formazione del passato, che non erano più stati considerati per seguire una routine quotidiana che tende a ripetere le stesse pratiche nel tempo.

Macchine e acqua: macchine ad acqua
Questa unità didattica è rivolta ad alunni delle classi quarte.
La metodologia adottata è la stessa della unità precedente. Lo sfondo integratore della programmazione annuale, entro cui si inserisce l’unità, è rappresentato dall’acqua che viene analizzata anche come mezzo per far funzionare alcuni particolari meccanismi.
La metodologia didattica adottata prevede che gli alunni:
• facciano funzionare un oggetto,
• ne osservino il funzionamento,
• esplicitino verbalmente alcune ipotesi sul meccanismo del suo funzionamento,
• verifichino la giustezza o la inesattezza delle singole ipotesi attraverso successive prove pratiche.
La sequenza delle operazioni viene ripetuta per gli spruzzini, le pistole ad acqua, le siringhe, un modello di turbina costruita con materiale di recupero, un modello di mulino ad acqua costruito con i LEGO. Alla fine del percorso, la classe viene portata in gita per visitare un mulino ad acqua funzionante su un torrente, non troppo lontano dalla città. Per attivare capacità divergenti e competenze di ideazione e progettazione autonoma, gli alunni vengono impegnati nella produzione di un disegno e di un testo, orale o scritto, relativi alla creazione di una barchetta ad elastico e di una carrucola ad acqua. Questi oggetti vengono poi costruiti, sulla base del progetto, con materiali di recupero e sperimentati, per verificare la correttezza del progetto. Valgono per questa unità le stesse considerazioni fatte per la precedente in merito alle peculiarità e ai risultati raggiunti. Un ruolo importante hanno avuto i genitori degli alunni, in alcuni casi anche i nonni, che si sono impegnati per aiutare le maestre nella costruzione della turbina e del mulino di LEGO. Questa situazione non è una eccezione, ma piuttosto un evento usuale in alcune scuole elementari a tempo pieno della città.

Dalla macchina per imbottigliare… al sommergibile
L’unità didattica è stata proposta alle classi quarte e successivamente alle stesse classi nell’anno scolastico successivo durante il quale gli alunni frequentano la classe quinta.
L’unità è incentrata ancora sulle macchine che funzionano o interagiscono con l’acqua. Questa unità non era prevista in fase di progettazione iniziale, ma completa il percorso delle due unità precedenti, valorizzando meglio gli aspetti di formalizzazione del linguaggio scientifico e tecnico, oltre alla redazione di testi e rappresentazioni grafiche, anche con l’utilizzo del programma micromondi logo. Il quadro si complica con lo studio sperimentale del funzionamento di un sifone e la scoperta delle regole di compressione ed espansione di un liquido, oltre che delle regole per misurare i volumi. Al termine del percorso gli alunni arrivano a comprendere il funzionamento della macchina per imbottigliare il vino. Si tratta di una semplicissima macchina utilizzata dalle famiglie, in particolare dai nonni, per trasferire il vino, comperato in damigiana, nelle bottiglie di uso quotidiano. La parte di progettazione autonoma da parte degli alunni ha riguardato l’ideazione e la costruzione di un modello di sommergibile: occasione adatta per valutare le proprietà del ferro e di altri materiali a contatto con l’acqua e il calore. I risultati dell’esperienza sono stati ottimi sotto tutti i profili, compreso quello del coinvolgimento delle famiglie, soprattutto degli anziani, che si sono sentiti valorizzati e partecipi dell’educazione dei più giovani.

[Ultimo aggiornamento: 10/09/2008 09:11:02]

 
 

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